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No. 36

Prospettive brillanti

«Profumi, cristalli, vini… Silvio Denz accentua i lati belli della vita e investe nel lusso sensuale. Denz ha sostenuto la nostra idea imprenditoriale fin dall’inizio. In questa rivista te ne possiamo presentare una parte in esclusiva. Come segno di questa lunga amicizia ha condiviso le riserve del castello con Flaschenpost. Durante la degustazione eravamo molto entusiasti: un’offerta splendida a un prezzo davvero amichevole!»

Renzo Und Dominic@2x

Dominic Blaesi & Renzo Schweri

Fondatori

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«Durante la degustazione il tempo si ferma perché ci si abbandona completamente alla magia della contemplazione.» – Silvio Denz

Il tesoro della cantina di Château Faugères

Silvio Denz ha guadagnato i suoi primi soldi catturando topi. Riceveva 20 centesimi per ogni topo e nelle giornate di successo il bambino di 10 anni portava a casa 14 Franchi. Non spendeva la sua paga in dolci, ma la risparmiava diligentemente. Il denaro si trova tutt’ora nel suo libretto di risparmio, afferma l’uomo d’affari di successo ma con i piedi per terra. Denz va ancora oggi a caccia nelle cantine; non più di topi, ma di vini pregiati. Nel 2005 ha realizzato un sogno acquistando la tenuta Château Faugères a Saint-Émilion. Denz non ha fiuto solo per i vini. Negli anni 90 trasforma l’impresa di profumi del padre in un’azienda di successo, gettando così le basi per la sua straordinaria carriera. Il particolare punto di forza dell’imprenditore svizzero è di scovare gioielli dimenticati e di farli risplendere nuovamente. Alcuni esempi sono la cristalleria alsaziana Lalique che ha trasformato da una polverosa azienda tradizionale a un marchio di lusso o il suo ingresso nel mercato immobiliare a Londra, dove acquista case padronali fatiscenti in buone posizioni, le fa ristrutturare con cura e le rivende. O appunto Château Faugères: Denz ha incaricato l’architetto ticinese Mario Botta di costruire una nuova cantina. Da quel momento il mondo del vino parla con ammirazione della «Cattedrale del vino». Allo stesso tempo l’imprenditore ha impiegato tutte le sue energie per elevare il suo Château al livello qualitativo di Grand Cru Classé. Silvio Denz ha raggiunto questo traguardo nel 2012, trasformando il modesto Château Faugères in una moderna icona del Bordeaux.

Premi

James Suckling: 95/100, Robert Parker: 92/100, Falstaff: 94/100 punti

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Siamo spiacenti, questo vino non è più disponibile.

Premi

James Suckling: 95/100, Robert Parker: 92/100, Falstaff: 94/100 punti

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Dove il cuore batte e il tempo si ferma

Silvio Denz ha mosso i primi passi nel mondo della viticoltura negli anni 90, acquistando un vigneto spagnolo insieme ad alcuni amici. «Era principalmente un hobby», racconta a posteriori. Fin da giovane Silvio Denz sogna di possedere un Château a Bordeaux: «Qui batte il cuore della viticoltura e proprio qui vengono coltivati i migliori vini al mondo», afferma con entusiasmo. Dopo il successo ottenuto con il Château Faugères, nel 2014 ha acquistato la tenuta Château Lafaurie-Peyraguey della celebre denominazione Sauternes, aggiungendo i vini dolci al suo portafoglio. Oltre all’azienda vitivinicola, nell’antico Château gestisce anche un elegante hotel. Infatti, l’imprenditore di successo considera la regione bordolese una vera e propria oasi di pace. Qui gli piace dilettarsi in cucina, invitare i suoi amici amanti del vino e filosofeggiare con loro sui Grand Cru. Durante la degustazione ha l’impressione che il tempo si fermi, « perché ci si abbandona completamente alla magia della contemplazione». Il suo soggiorno nella tenuta non dura più di un paio di giorni. Poi torna a Londra o a Zurigo, dove la vita pulsa, regna la frenesia e dove Silvio Denz si sente davvero a casa.

Premi

La Chapelle de Lafaurie Peyraguey AOC Sauternes 2017 - James Suckling: 93/100 punti & Château Cap de Faugères La Mouleyre AOC Castillon Côtes de Bordeaux 2015 - James Suckling: 94/100 punti

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Premi

La Chapelle de Lafaurie Peyraguey AOC Sauternes 2017 - James Suckling: 93/100 punti & Château Cap de Faugères La Mouleyre AOC Castillon Côtes de Bordeaux 2015 - James Suckling: 94/100 punti

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«La viticoltrice di Venus»

Sara Pérez produce vini pieni di amore e bellezza

Nel 1981, un gruppo eterogeneo di idealisti, eccentrici e accademici si trasferisce nella regione vinicola del Priorat. Josep Lluis Pérez, professore di biologia di Barcellona, era il capo di questi «hippies del vino». Sua figlia Sara aveva all’epoca solo nove anni e l’idea di lasciare la città per trasferirsi in una valle deserta e rocciosa non le piacque affatto. Ma i pionieri erano convinti che le piccole uve che crescevano sulle strette terrazze avrebbero prodotto dei vini eccellenti. E avevano ragione: oggi il Priorat è considerata la migliore regione vinicola della Spagna insieme alla Rioja. «Fino all’età di 18 anni ho solo pensato a come andarmene da qui», racconta Sara Pérez. Negli studi di biologia e filosofia ha visto la sua salvezza. Solo una volta arrivata in città ha imparato ad apprezzare il vino e si è resa conto di quanto le mancasse la natura aspra ma bellissima del Priorat: «Sono tornata qui perché amo questo paesaggio.» Oggi dirige l’azienda vinicola Mas Martinet, dove è cresciuta. Inoltre, dal 1999 gestisce la propria azienda vinicola Venus, distante a soli 10 minuti di auto ma che non appartiene al Priorat, bensì alla regione del Montsant. All’inizio, Sara era solita aggirarsi tra i vigneti con un neonato in braccio. Un’immagine adeguata, poiché la viticoltrice e madre di quattro figli voleva inaugurare una nuova era femminile con i propri vini. E ci è riuscita con successo: oggi è una delle donne più influenti nel mondo del vino spagnolo.

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«Una qualità eccezionale in questa fascia di prezzo»

Zarihs combina il meglio di due paesi

Zarihs? Prova a rileggere questa parola al contrario. Ti ricorda qualcosa? In un certo senso questo gioco di parole riassume la storia di questo vino. Ma dal momento che ci sono alcuni dettagli sorprendenti, preferiamo raccontarti la storia in maniera più approfondita. Questo vino è un progetto congiunto dell’azienda vinicola spagnola Bodegas Borsao e dell’enologo australiano Chris Ringland. L’enologo dal carattere semplice, spiritoso e un po’ timido è un talento eccezionale: negli ultimi 30 anni ha creato diverse icone del vino australiano, che gli sono valse il soprannome di «Grand Master of Shiraz». Lo Shiraz, conosciuto in Europa con il nome Syrah, è considerato da Ringland una “magic grape”, un’uva particolarmente versatile che gli offre sempre nuove possibilità. Ovviamente ha accettato con entusiasmo la proposta di José Luis Chueca dell’azienda Bodegas Borsao di collaborare nella realizzazione di un progetto congiunto in Spagna. Con lo Zarihs Richard riesce a fondere i due stili: la morbidezza e l’abbondanza che caratterizzano la bacca dello Shiraz australiano con la freschezza e l’aroma speziato dello Syrah europeo. Il vino è stato subito sulla bocca di tutti, ricevendo valutazioni elevate sia da Robert Parker che da James Suckling. Chris Ringland, l’enologo di «Down Under», ha stravolto lo Syrah spagnolo: Olé, amico!

Premi

James Suckling: 91 punti, Wine Spectator: 91 punti, Guia Penin: 91 punti

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Premi

James Suckling: 91 punti, Wine Spectator: 91 punti, Guia Penin: 91 punti

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«La magia del Primitivo»

Vini leggendari di spessore

Manduria… Questo nome ci fa pensare subito a un racconto mitologico. In effetti, i migliori vini di questa denominazione del Sud Italia ci incantano con il loro gusto misterioso: dietro alla bacca rigogliosa e scura si nascondono meravigliosi aromi speziati che ricordano i paesaggi orientali de Le mille e una notte. La vicinanza tra realtà e magia a Manduria è dimostrata dalla storia della «Fonte Pliniano», che riconosciamo sull’etichetta del vino «Miraculum». Questo pozzo antichissimo, situato in una grotta sotterranea della città di Manduria ha posto gli uomini fin dall’antichità di fronte a un enigma apparentemente inspiegabile: la vasca rotonda sembra non avere né un afflusso né un deflusso. Quando si preleva dell’acqua, la vasca si riempie nuovamente come per magia. Sono state raccontate numerose leggende su questo luogo misterioso e, nonostante nel corso del tempo gli scienziati siano riusciti a spiegare questo mistero, il pozzo è ancora oggi considerato il simbolo della generosità della natura. Natura che dona alla Puglia non solo l’acqua, ma anche un vino delizioso.

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«All I Want for Christmas is You!»

Amarone e Natale – Il connubio perfetto

Un menu delle feste senza Amarone è come un albero di Natale senza palline. Nessun vino rosso trasmette una solennità così contemplativa: l’Amarone esprime, infatti, abbondanza, eleganza e amore. Ci regala aromi intensi e variegati, mantenendo sapientemente l’equilibrio tra la bacca dolce e una struttura corposa, rendendolo l’abbinamento perfetto per i tagli di carne pregiati. La pigiatura dell’Amarone è fondamentale: innanzitutto vengono selezionate le uve migliori. Dopo la raccolta, vengono lasciate appassire per alcuni mesi, all’incirca fino a Natale e devono essere girate a mano accuratamente e regolarmente. L’intensità e l’energia del vino sono il risultato di questo processo, che concentra il succo degli acini. Infine, il vino deve maturare per diversi mesi in botti di rovere. Questa specialità veronese è la scelta perfetta per deliziare i tuoi cari con un vino particolarmente raffinato.

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